Il decreto fa riferimento per ben due volte alla norma UNi8065 come norma da seguire per il trattamento dell’acqua degli impianti di riscaldamento ed è addirittura più severo della norma stessa che prevedrebbe l’obbligo di addolcire l’acqua di riscaldamento solo in presenza di impianti di potenza non minore di 350kW, oppure per impianti di potenza inferiore a 350kW, ma con durezza dell’acqua superiore a 35°F.
Per quanto riguarda invece il trattamento dell’acqua calda sanitaria, dal momento che il decreto tratta unicamente l’acqua dell’impianto di riscaldamento, l’unico riferimento normativo è la suddetta norma UNi8065 che prevede per l’acqua calda sanitaria, indipendentemente dalla potenza termica dell’impianto, un addolcitore se la durezza è maggiore o uguale a 25°F, o la possibilità di scegliere tra un condizionamento chimico o un addolcitore se la durezza è inferiore a 25°F.
E’ chiaro che, considerato anche i notevoli costi di un addolcitore, se, nei casi previsti dal decreto, questo dispositivo deve essere installato per il trattamento iniziale dell’acqua dell’impianto di riscaldamento e per il gruppo di riempimento automatico, conviene utilizzarlo anche per il trattamento dell’acqua calda sanitaria.
Si ricorda infine che le nuove imposizioni sul trattamento dell’acqua riguardano non solo gli impianti nuovi, ma anche quelli sottoposti a ristrutturazione o a semplice sostituzione del generatore.
Il fatto che nel caso dell’addolcitore d’acqua sia necessaria una normativa adeguata, è dovuto proprio al fatto che la durezza dell’acqua può avere risvolti non da poco.
Basti pensare ad esempio al fatto che usare acque ricche di calcare costringe ad utilizzare una maggiore quantità di detersivi e può contribuire al malfunzionamento degli impianti termici e sanitari.
Il calcare, infatti, essendo un ottimo isolante, una volta che si sia depositato va ad impedire il corretto scambio termico nelle caldaie e nelle resistenze elettriche di lavatrici, lavastoviglie e scaldabagni, contribuendo a ridurne l’efficienza energetica.
Le incrostazioni calcaree che si vengono a formare per questa via vanno così a ridurre le sezioni utili all’interno delle tubazioni, con la pratica inibizione del funzionamento delle valvole termostatiche. In tal modo possono aumentare le perdite di carico all’interno degli impianti, trasferirsi un maggiore carico alle pompe, causando maggiori carichi elettrici, sino ad arrivare in alcuni casi all’innesco di fenomeni corrosivi in grado di sfociare infine nella perforazione delle tubazioni. In presenza di questi fenomeni, si può quindi agevolmente comprendere come la questione riguardante la normativa sull’addolcimento dell’acqua sia oggetto di tanta attenzione, non solo a livello nazionale, ma anche comunitario.
Ci.Ma.Calor effettua su richiesta durante la manutenzione una prova gratuita per verificare la durezza della vostra acqua.